La biopsia vulvare, o vulvoscopia, è un esame diagnostico che permette di visualizzare in modo dettagliato le strutture vulvari, facilitando l’individuazione di anomalie e lesioni.
Questo tipo di biopsia ginecologica, non invasiva e indolore, è utilizzata anche per la prevenzione dei carcinomi della vulva.
La vulvoscopia utilizza un dispositivo chiamato vulvoscopio (una sorta di specchio) per esaminare la vulva e i tessuti circostanti. In questo modo è possibile identificare segni di infiammazione, infezioni o lesioni precoci che potrebbero indicare la presenza di malattie più gravi.
La vulvoscopia viene solitamente prescritta in presenza di sintomi quali: prurito persistente, secrezioni anomale, lesioni visibili.
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Quali malattie possono essere diagnosticate con la vulvoscopia?
La biopsia vulvare può aiutare a diagnosticare una varietà di condizioni, tra cui:
- infezioni: come candidosi, herpes e altre patologie a trasmissione sessuale;
- malattie dermatologiche: per esempio il lichen sclerosus, il lichen planus o l’eczema vulvare;
- lesioni precoci: segni di neoplasie vulvari, inclusi carcinomi in situ;
- alterazioni infiammatorie: come la vulvite e altre condizioni infiammatorie.
La vulvoscopia ha un ruolo importante anche nella prevenzione dei rari carcinomi della vulva.
Come prepararsi alla vulvoscopia
Prima di sottoporsi a una biopsia vulvare, è consigliabile seguire alcune indicazioni per garantire un’esperienza più agevole e sicura.
Nelle 24 ore precedenti l’esame è consigliato evitare rapporti sessuali e non utilizzare tamponi o lavaggi vaginali.
Inoltre è sempre buona prassi informare la ginecologa su eventuali terapie farmacologiche in essere, allergie o condizioni mediche pregresse.
Come si esegue la biopsia vulvare
La biopsia vulvare viene eseguita in regime ambulatoriale. Durante la procedura, la paziente viene fatta accomodare, sdraiata, su un lettino ginecologico.
Prima di cominciare con l’esame, viene applicato un anestetico locale per ridurre il disagio. Infine la ginecologa preleverà un piccolo campione di tessuto dalla zona sospetta.
La procedura è relativamente rapida e, sebbene possa causare un lieve fastidio, è generalmente ben tollerata.
Cosa fare dopo la vulvoscopia
Dopo la biopsia della vulva è normale avvertire un leggero dolore o fastidio nella zona interessata dall’esame.
Per alcuni giorni viene consigliato di evitare rapporti sessuali e l’uso di prodotti che potrebbero essere irritanti a livello vaginale (come creme o lavande).
La ginecologa fornirà indicazioni specifiche su come prendersi cura della zona e sui segnali di allerta da monitorare. I risultati della biopsia saranno disponibili dopo alcuni giorni e saranno discussi durante un successivo appuntamento.
L’importanza della vulvoscopia è collegata proprio alla sua capacità di individuare tempestivamente eventuali anomalie, facilitando un intervento precoce e mirato.
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