Colposcopia

La colposcopia è un esame diagnostico che consente di esaminare in modo dettagliato il collo dell’utero (la cervice), la vagina e la vulva, utilizzando un dispositivo chiamato colposcopio. Questo strumento è dotato di una lente di ingrandimento e di una luce che consentono alla ginecologa di visionare chiaramente le aree di interesse, facilitando l’individuazione di anomalie o lesioni.
Il colposcopio è quindi una sorta di microscopio (fornito di luce); durante la visita rimane all’esterno dell’apparato genitale (a circa 30 cm di distanza dalla vagina).

La colposcopia è quello che viene definito un “esame diagnostico di secondo livello”, infatti viene spesso raccomandata a seguito di risultati anomali ottenuti da un pap-test (test di Papanicolaou).

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Quali patologie può diagnosticare la colposcopia

L’importanza della colposcopia risiede nella sua capacità di diagnosticare diverse patologie e condizioni:

  • lesioni precoci del collo dell’utero, che possono essere causate da infezioni da papillomavirus umano (HPV);
  • displasia cervicale, che può precedere lo sviluppo di un tumore cervicale;
  • presenza di tumori benigni o maligni.

La colposcopia può inoltre essere utilizzata per monitorare pazienti con precedenti diagnosi di lesioni cervicali; oppure ancora per esaminare sintomi come sanguinamenti vaginali anomali, perdite insolite e dolore durante i rapporti sessuali.

Come prepararsi alla colposcopia

Anzitutto occorre che la paziente svolga la colposcopia in assenza di mestruazioni, meglio se da metà ciclo in avanti.
A parte questo occorre osservare alcune indicazioni indispensabili nelle 48 ore precedenti l’esame:

  • astenersi dai rapporti sessuali;
  • evitare l’uso di tamponi vaginali, ovuli o lavande;
  • non utilizzare creme vaginali.

Come sempre, è utile informare la ginecologa su eventuali farmaci assunti o allergie, in modo da ricevere indicazioni personalizzate.

Come viene eseguita la colposcopia

L’esame di colposcopia viene eseguito in regime ambulatoriale, dura al massimo 30 minuti, è mini invasivo e non richiede anestesia (può essere avvertito un leggero fastidio o una sensazione di pressione).

Anzitutto la paziente viene fatta accomodare sul lettino ginecologico e messa a proprio agio.
Successivamente la dottoressa inserisce uno speculum nella vagina per poter visualizzare il collo dell’utero. Il colposcopio viene quindi posizionato all’esterno della vagina, consentendo alla ginecologa di osservare le aree di interesse.

Durante l’esame, possono essere applicate soluzioni come l’acido acetico o lo iodio per evidenziare eventuali anomalie. Se vengono Nel caso si evidenziassero identificate lesioni sospette, la dottoressa potrebbe decidere di eseguire una biopsia, prelevando un piccolo campione di tessuto per una valutazione istologica.

Dopo l’esame, la paziente può tornare alle sue normali attività, sebbene possa essere consigliato di evitare rapporti sessuali e l’uso di tamponi per alcuni giorni, specialmente se è stata effettuata una biopsia.

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